Pappa reale e polline, due prodotti dell’alveare dalle molteplici attività biologiche e con diversi effetti salutistici vantati. Buoni integratori “naturali”, purché siano di qualità. 

Sin dai tempi antichi, la pappa reale (PR) e il polline, prodotti dalle api, sono stati impiegati nella medicina tradizionale, specialmente nei paesi asiatici e in Egitto.


La pappa reale è una sostanza acidula gelatinosa, di colo- re bianco-giallo, secreta dalle ghiandole mandibolari e ipofaringee delle giovani api operaie della specie Apis mellifera; le api la producono con lo scopo di stimolare la crescita e lo sviluppo dell’ape regina, che non ha caratteristiche genetiche diverse dalle api operaie ma può vivere fino a 5-6 anni, contraria- mente ai circa due mesi di un’ape operaia, accrescendo le sue dimensioni di centinaia di volte, partendo dallo stadio larvale, in pochissimi giorni. 

Tutto questo per il “solo” fatto di essere nutrita, diversamente dalle altre api operaie, esclusivamente con la pappa reale. L’assunzione da parte dell’ape regina della pappa reale, infatti, provoca modificazioni nell’espressione dei geni, favorendo per esempio lo sviluppo completo dell’ovaio e permettono così all’ape regina di deporre circa 2500 uova al giorno. 

A seguito di queste osservazioni si è sempre creduto che la pappa reale potesse avere proprietà ringiovanenti e rinvigorenti anche per l’uomo. 

Composizione e principi attivi 

La composizione chimica della PR è molto variabile, in partico- lare quella di zuccheri e grassi, essendo una sostanza per sua natura “intrinsecamente” eterogenea: dipende infatti dal luogo di produzione, dal periodo stagionale in cui viene prodotta e da tutta una serie di altri fattori (tipo di piante impollinate, metodo di allevamento delle api e di lavorazione e conservazione della PR, ecc.). In linea generale, possiamo dire che la PR è un colloide acido, con un pH che varia generalmente tra 3.6 e 4.2. In media, se consideriamo il peso fresco, è caratterizzata dalla presenza di: 

a) acqua (50-70%);


b) proteine (9-18% circa) a elevato valore biologico, la maggior parte delle quali fanno parte di una famiglia (9 costituenti), denominata “proteine maggiori della pappa reale”, che si ritiene rappresenti uno dei componenti principalmente responsabile delle azioni fisiologiche che la PR esercita sull’uomo; 

c) carboidrati (7-18%), per la maggior parte zuccheri, prevalentemente rappresentati da glucosio e fruttosio; 

d) acidi grassi liberi (3-8%, in prevalenza a 8 e 10 atomi di carbonio, di cui il più studia- to è l’acido trans-10-idros- si-2-decenoico, 10-HDA, che costituisce circa il 70% di tutti i grassi contenuti nella PR), dalla struttura chimica non comune in natura, ma anche altre sostanze a base lipidica (fosfolipidi, steroidi, ecc.); 

e) infine, sono state dosate vita- mine del complesso B (in particolare, l’acido pantotenico) e moltissimi componenti “minori” (oligoelementi, enzimi, sostanze ad attività ormonale, nucleotidi adenilici, ecc.), presenti in piccole quantità e non tutti ancora identificati, ma probabilmente importanti per l’azione complessiva di questa sostanza. 

Un aspetto molto interessante che caratterizza la PR è la sua concentrazione di minerali ed elementi traccia (presenti cioè in quantità molto piccole): a diffe- renza del contenuto molto varia- bile riscontrabile nel miele e nel polline, la presenza di queste so- stanze sembra sostanzialmente stabile, anche in campioni di PR che provengono da luoghi geo- grafici e botanici molto diversi. Questo fatto mette in evidenza come, probabilmente, ci sia un “aggiustamento omeostatico” del contenuto della PR che avviene a livello delle ghiandole endocrine delle api nutrici, in maniera simile a ciò che avviene per la produzione del latte dei mammiferi e dell’uomo.

Proprietà salutistiche 

Nonostante l’uso millenario del- la PR a fini salutistici da parte dell’uomo, bisogna dire che, al momento, sono pochi gli studi condotti sull’uomo. La maggior parte dei risultati ottenuti nei lavori scientifici, infatti, si riferisce a studi condotti su diverse colture cellulari in vitro e su alcune specie animali. Fatta questa debita premessa, vediamo quali sono le principali proprietà riconosciute alla PR. 

Proprietà antibiotiche 

Le proprietà antibiotiche della pappa reale sono dovute, principalmente, alla presenza di un peptide, la roialisina, attivo contro i batteri (in particolare, i Gram-positivi). 

Proprietà immunologiche 

Nella pappa reale è stata identificata una sostanza, la neopterina, alla quale negli ultimi anni 

sono state attribuite diverse proprietà immunologiche (citotossicità verso agenti virali, induzione dell’apoptosi, effetto antiossidante). 

La neopterina è una sostanza presente anche nell’uomo: in particolare, è sta- to evidenziato un aumento della sua concentrazione in pazienti con infezioni virali, aumento for- se dovuto alla risposta immunitaria del paziente all’infezione. 

Effetto ipoglicemizzante 

Esistono diversi studi condotti su animali che sembrano dimostrare un effetto positivo della pappa reale nella regolazione della glicemia. Le poche ricerche effettuate sull’uomo sembrano confermare quest’azione, anche se i dosaggi utilizzati sono molto più elevati rispetto all’assunzione abituale che ne viene fatta. 

Effetto ipolipemizzante 

L’effetto benefico della pappa reale sulle concentrazioni plasmatiche dei grassi in generale, e del colesterolo in particolare, è stato dimostrato in diversi studi su animali e in alcuni, seppur non molti, studi sull’uomo. A questo proposito, recentemente, è stata pubblicata una prima metanalisi (Hadi et al., 2018), che ha preso in considerazione 6 studi clinici e ha messo in luce un effetto benefico della PR sul colesterolo totale ma non sulle sue frazioni (HDL e LDL) e sui trigliceridi; quando sono stati analizzati gli studi a lungo termine (oltre i 90 giorni di assunzione della PR), invece, è stato messo in luce anche un effetto positivo sulla frazione “buona” del colesterolo (HDL). 

L’effetto della PR sui livelli di colesterolo sarebbe dovuto alla capacità del complesso delle “proteine maggiori della pappa reale” di inibire l’assorbimento del colesterolo a livello intestinale, così come, probabilmente, anche quella di impedirne il riassorbi- mento con gli acidi biliari. 

Possibile attività anticancerogenaIn alcuni modelli animali, e in studi in vitro su cellule umane è stata evidenziata una possibile inibizione della crescita tumorale, ma le ricerche, in questo campo, non sono ancora sufficienti per poter dare risposte certe, soprattutto sulle eventuali modalità di utilizzo della PR nei diversi tipi di tumore. 

Controindicazioni ed effetti indesiderati

Sono state segnalate in lettera- tura, seppur raramente, reazioni avverse (eczema, broncospasmo, orticaria) dopo assunzione di PR, tipiche degli stati allergici.

Dosaggio 

La quantità abitualmente assunta corrisponde a circa 300-500 mg al giorno. 

Uso alimentare 

Il contenuto di proteine e sostanze fenoliche attive presenti nella pappa reale, e quindi anche le sue proprietà salutistiche, sembrano dipendere dal momento in cui viene raccolta durante lo sviluppo larvale, oltre che dall’alterazione che può subire per effetto della luce e del calore. Per mantenere inalterate le proprietà salutistiche della pappa reale, è necessario consumare un prodotto fresco: per questo, la refrigerazione a -20 °C e, in second’ordine, a 4 °C, sembra essere il metodo migliore di conservazione. 

Un altro metodo di conservazione della PR che ne mantiene integre le proprietà è quello della liofilizzazione, che viene utilizzata da alcune aziende del settore. 

Guida all’acquisto 

La PR è un alimento funzionale (functional food), discretamente richiesto dai consumatori: questo motivo, insieme al fatto che ha un costo relativamente poco economico (nel caso di prodotti “di qualità”), rende la PR un integratore a rischio di adultera- zione. In generale, le garanzie per il consumatore, al momento dell’acquisto, non sono molte, in quanto una buona percentuale della PR commercializzata in Italia (erboristerie, farmacie, supermercati, vendita al dettaglio) è di importazione comunitaria o extra-comunitaria, e presenta una qualità nutrizionale-salutisti- ca, e anche igienica, non elevata, essendo stati ritrovati, in alcuni casi, anche residui di antibiotici, utilizzati, in maniera errata, per prevenire le patologie a cui sono soggette le api. 

Il metodo più comunemente accettato per verificare la qualità della PR è la misura del contenuto di 10-HDA, delle proteine, degli zuccheri e della sua umidità. L’adulterazione prevede l’aggiunta, in maniera fraudolenta, di latte, yogurt, albume d’uovo o zuccheri del mais. 

Non ci sono dati ufficiali sul mercato della PR, ma la Cina ne è sicuramente il più grande pro- duttore al mondo, con una produzione di circa 3500 tonnellate all’anno (circa il 60% della produzione mondiale), che viene esportata principalmente negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone. In Europa viene prodotta soprattutto nei paesi dell’Est. La mancanza di criteri oggettivi di qualità e dei controlli di autenticità e di origine geografica (come avviene per esempio per il miele), riconosciuti a livello internazionale, non spingono certamente gli apicoltori, soprattutto quelli “piccoli”, a investire molte delle loro energie e risorse nella produzione della PR. 

Polline 

Il polline è costituito da una moltitudine di granuli microscopici contenuti nei sacchi pollinici del- le antere dei fiori e ha l’aspetto di una polvere diversamente colorata a seconda del fiore. Questi granuli sono le cellule riproduttrici maschili della pianta. Questa polvere viene facilmente trasportata dal vento e riesce a raggiungere gli organi femminili dei fiori (pistilli). Un altro mezzo di impollinazione, e di dispersione del polline e fecondazione dei fiori, è fornito dalle api e da altri insetti pronubi. 

In cambio del nettare che le attira verso i fiori, le api trasportano il polline di pianta in pianta. Il polline che assumiamo come integratore/ alimento funzionale è costituito prevalentemente dal polline raccolto sui fiori e miscelato con le secrezioni delle api e con il net- tare. La composizione chimica, quindi, dipende molto dal luogo geografico e, in particolar modo, dalle specie botaniche prevalenti nella zona di produzione, oltre ad altri fattori, come le condizioni climatiche e la natura del suolo. 

Ciascuna colonia di api può raccogliere circa 50-250 g di polli- ne al giorno. L’apicoltore, grazie all’utilizzo di particolari “setacci” raccoglierà il polline, che potrà essere consumato fresco, ma che, il più delle volte, viene brevemente essiccato per eliminare l’eccesso di umidità e conservare meglio i nutrienti e le sostanze bioattive. 

L’origine floreale del polline può essere determinata con l’analisi palinologica (la “palinologia” è la scienza che studia il polline): se il suo contenuto di polline pro- viene prevalentemente (> 90%) da un’unica specie botanica sarà considerato monoflora, altri- menti presenterà caratteristiche multiflorali così come, di conseguenza, proprietà nutrizionali e fitochimiche diverse. Per lo stesso motivo, il colore del polline può variare molto: dal bianco-crema al giallo-arancio, ver- de-bruno e scuro. 

Composizione e principi attivi 

Per tutti questi motivi, la composizione chimica del polline è estremamente variabile; in via indicativa, contiene: 

a) proteine per circa il 10-40% del suo contenuto e aminoacidi liberi; 

b) carboidrati, circa il 13-55%, 

costituiti in prevalenza da glucosio e fruttosio;
c) lipidi, 1-13% circa, come l’acido 

linoleico e gamma-linoleico, così come fosfolipidi e fitosteroli (in particolare il â-sitoster- olo); 

  • d)  fibre grezze 1-20%; 

  • e)  composti fenolici, circa l’1-2%, 
tra cui catechine, acidi fenolici (acido clorogenico) e flavo- noidi (kaempferolo e quer- cetina), vitamine (circa 0.7%) sia del tipo liposolubile (A, E, D) sia idrosolubili (vitamine del gruppo B e la C), diversi minerali (2-6%) ed enzimi. 


Proprietà salutistiche 

Come detto a proposito del- la PR, anche gli studi relativi agli effetti salutistici del polline sono stati condotti prevalentemente in vitro, su colture cellulari e su animali. Gli studi sull’uomo sono relativamente poco numerosi. 

Effetti sulla sindrome metabolicaPer sindrome metabolica in- tendiamo una serie di patologie a carattere metabolico e circolatorio (pressione alta, sovrappeso, accumulo di gras- so a livello viscerale, alti livelli di glicemia, trigliceridi e cole- sterolo) che possono portare a un aumento del rischio car- diovascolare, ictus e diabete. Il consumo di polline potrebbe portare ad alcuni benefici. 

Miglioramento del controllo glicemicoAlcuni estratti etanolici del polline hanno manifestato una buona capacità di inibire l’α-amilasi e la ß-glucosidasi, enzimi intestinali deputati all’assorbimento degli zuccheri a livello intestinale. Quest’azione potrebbe migliorare il controllo della glicemia. 

Disordini epatici 

Alcuni polisaccaridi particolari (omogalatturonano, arabinoga- lattano, ecc.), in alcuni studi su animali obesi, hanno migliorato la steatosi epatica aumentando i processi autofagici a livello del fegato. In generale, diversi studi sperimentali su ratti e conigli hanno messo in luce l’attività antilipidemica del polline, con diminuzione del contenuto dei lipidi plasmatici. 

Altre proprietà 

Al polline vengono attribuite di- verse altre attività salutistiche: 

a) antinfiammatoria, per inibi- zione dell’attività della ciclossigenasi e lipossigenasi, azione che sembrerebbe particolar- mente significativa nei casi di iperplasia prostatica, 

b) antibiotica, legata alla presenza di flavonoidi e acidi fenolici, 

c) sti-molante l’appetito: normalmente, viene consigliato ai bambini inappetenti, in caso di malnutrizione e nelle convalescenze. 

Dosaggio 

Il polline può essere assunto sia dai bambini che dagli adulti. La dose normalmente assunta è di circa 20-40 g al giorno: quindi, 3-5 cucchiaini da tè per gli adulti e 1-2 cucchiaini per i bambini, considerando che un cucchiaino, grosso modo, può contenere 5-7 g di polline. Viene preso 3 volte al giorno, prima dei pasti. Il tempo di trattamento, generalmente consigliato, è di circa 1-3 mesi e può essere ripetuto 2-4volteall’anno.

Iperiodiincui se ne raccomanda l’assunzione è tra la fine dell’inverno e l’ini- zio della primavera e tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno. 

* Biologo Nutrizionista, Erborista Vicepresidente Associazione Italiana Nutrizionisti 

Articolo tratto da Natural 1 settembre 2021 di Iacopo Bertini

https://www.natural1.it/alimentazione-ragionata/item/2778-pappa-reale-e-polline